mercoledì 25 febbraio 2009

Legge anti intercettazioni per salvaguardare gli italiani....con i colletti bianchi


E' acceso ormai da alcuni mesi il dibattito politico sul ddl Alfano sulle intercettazioni e sui limiti alla stampa. Prima di tutto vediamo insieme a grandi linee quali limiti imporrà questo ddl se verrà approvato: In primis non si potrà piu intercettare senza avere precedentemente dei gravi indizi di colpevolezza (praticamente se si vogliono intercettare dei criminali che stanno per compiere un omicidio, si dovrà aspettare che quest'ultimo venga effettuato, per poi trovare prove di colpevolezza di tali persone e solo allora si potrà "inutilmente" intercettarli); le intercettazioni dovranno avere una durata massima di 60 giorni (anche se il crimine stesso possa protrarsi oltre); le procure avranno un budget annuale da utilizzare (se finiranno quest'ultimo dovranno aspettere l'anno seguente per intercettare un crimine); per le intercettazioni ambientali si necessiterà la contestualità del reato (cioè si può intercettare solo durante l'effettivo svolgimento del reato, ne prima ne dopo).
Ora arriviamo ai limiti per la stampa: Non si potranno più pubblicare ne le intercettazioni, ne nessun atto giudiziario fino alla conclusione delle indagini o fino al termine dell'udienza del gip (scordatevi di venir informati sui fatti di cronaca, come, per esempio, il caso della clinica Santa Rita, o il caso Parmalat), pena fino a 3 anni di carcere per chiunque le pubblichi; innominabilità dei magistrati da parte della stampa (un'idea "rubata" al fondatore della P2 Licio Gelli, che l'aveva pensata nel 1976, capendone l'utilità, dato che un magistrato muto, non può informare l'opinione pubblica di eventuali provvedimenti presi dall'alto per eliminare qualche sua scomoda indagine).
Questi provvedimenti sono stati presi, dichiara Angelino Alfano, per salvaguardare la privacy di milioni di italiani intercettati (peccato che le cifre parlino di 124.845 intercettazioni nel 2007, e, natuaralmente, non costituiscono le persone intercettate, ma il numero di telefoni intercettati, dividendo drasticamente il numero effettivo). Personalmente non credo che la gran parte degli italiani abbia il timore di essere intercettato, a meno che non abbia qualcosa da nascondere, ma, tornando alla questione sui limiti ai giornalisti, sentiamo alcune dichiarazioni: questo ddl (dichiara Donatella Ferrante, capogruppo PD in commisione di giustizia alla camera): "E' oscurantismo totale"; secondo Giuseppe Cascini (segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati): "Se passasse questa legge i giornali sarebbero bianchi per il 70,80%. Non si potrebbe scrivere su un necrologio "barbaramente ucciso" perchè parole estratte dagli atti". Meditando su tali dichiarazioni (accuratamente tralasciate dai principali media), penso a come si possa drasticamente ridurre la libertà di informazione per i liberi cittadini, favorendo (per l'ennesima volta) l'impunità per i criminali; e, mentre sto a meditare, noto che la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione del procedimento contro Berlusconi e Saccà per per la vicenda delle intercettazioni su presunti favori nei confronti di alcune attrici e le presunte trattative per il passaggio all'opposizione di senatori della maggioranza che sosteneva il governo Prodi (chiedendo al gip, natuaralmente, l'immediata distruzione delle intercettazioni). Concludendo vi lascio alle dichiarazioni di Maurizio Gasparri ad un convengo per la discussione di questo ddl con la stampa: " E' finito il carnevale, il ddl è sacrosanto perchè difende i cittadini", "Quali cittadini?" chiede qualcuno nell'aula; quelli che vogliono delinquere in tranquillità, aggiungierei.

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