mercoledì 11 marzo 2009

Anche la Carlucci vuole censurare il web


Come se non bastasse l'emendamento D'Alia passato al senato per imbavagliare il web, anche l'on. Gabriella Carlucci (fotografia a fianco) ha deciso di scendere in campo, proponendo una legge per stringere un cappio intorno al collo della rete. La proposta, dal titolo quasi ridicolo dato il fine ultimo (“Internet territorio delle libertà, dei diritti e dei doveri”), avrebbe lo scopo ufficiale di contrastare il fenomeno della pedopornografia online; ma diverse stranezze sono presenti in questa “teoria” legislativa: Nel documento non è presente nessuna parola (benchemeno un articolo) che si riferisca al contrasto dell'aberrante pratica (pedofilia), ma vieta perlopiù l'anonimato online. Ma andiamo ad analizzarlo più nel dettaglio: Nei 4 articoli in cui si presenta, il più interessante è il secondo; nel primo comma “E’ fatto divieto di effettuare o agevolare l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima” (oltre che essere utopico, va a ledere il diritto di privacy dei cittadini, tanto a cuore al governo per quanto riguarda la norma anti-intercettazioni); nel secondo comma si specifica la responsabilità (con possibilità di sanzioni) dei provider che consentono pubblicazioni (di ogni tipo, quindi anche testuali come un commento) anonime (ancora più utopico del primo); il terzo comma, a parer mio il più interessante, propone di utilizzare le stesse norme relative alla stampa per quanto riguarda i reati di diffamazione (praticamente si potrebbe trattare giuridicamente un blog al pari di un quotidiano di stampa nazionale, con un possibile oscuramento preventivo del suddetto). Ancora una volta, secondo me, si sta attuando un tentativo di repressione dell'unica forma di libera espressione che è rimasta nel nostro paese (trasformando quest'ultimo in un bel regime mediatico). Per concludere vorrei consigliare all'onorevole “soubrette” Gabriella Carlucci, di consultare, la prossima volta, almeno qualche esperto del settore, dato che, da questa proposta di legge, sembra che lei non sappia nemmeno accendere un computer. A voi i commenti

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