martedì 10 marzo 2009

Conversazioni ferroviarie

Venerdì pomeriggio tornando in treno da Milano, ho avuto il piacere di intrattenere una conversazione con due miei compagni di sventura, due simpatici signori torinesi che stavano ringraziando come me le Fs per l’ ennesimo inspiegabile blocco nel nulla del mio treno preferito: il Torino Milano. È stata una discussione interessante come non ne facevo da tempo: abbiamo iniziato pacatamente a lamentarci di tutti i mali dei treni che, se non ve ne siete ancora accorti, aumentano ogni giorno di più. Ricordo a tal proposito che il mio abbonamento Novara - Milano che 5 anni fa pagavo 45.50 euro, oggi mi costa 56.50 e aumenterà nei prossimi mesi fino a diventare circa 60 euro. Ovviamente nel prezzo del biglietto sono anche comprese tutte le diverse malattie infettive che non puoi non prenderti se viaggi Fs.. farsi un giro sui treni del passante linea s6 per credere. Poi, fra noi tre viaggiatori la conversazione è proseguita. Uno dei miei interlocutori ci ha raccontato che molto tempo fa gli era capitato di visitare a Firenze un centro per le riparazioni dei treni efficiente, ben curato e con un autentico patrimonio di tecnologia e conoscenze. Alcuni anni fa ci è tornato per trovare al suo posto un rudere in decadenza. Già, perché oramai da una decina di anni le riparazioni del materiale rotabile sono state esternalizzate date, cioè, in gestione a privati tramite concorsi pubblici di nota trasparenza, con il risultato che sul mio treno preferito si rompono porte , carrozze, riscaldamenti nonostante le date della revisione siano recenti. Per usare le parole del mio compagno di viaggio” sono proprio revisionati con il culo”. Ma potevamo solo parlare dei treni? Essendo tutti e tre pendolari ci siamo fermati a sognare ,proprio come degli adolescenti, un mondo perfetto in cui attorno alle più grandi città d’ Italia per esempio Torino e Milano sia costruita una rete di trasporti metropolitani che colleghi tutto l’ Hinterland togliendo il traffico dalle strade e dalle ferrovie, sull’ esempio di tutte le città europee prima fra tutte Londra. E poi, quasi vergognandoci dei nostri sogni adolescenziali, ci siamo tornati alla dura realtà, la realtà di un' Italia che nonostante i crescenti problemi che ha con i trasporti per noi comuni mortali, noi poveri pendolari, preferisce costruire IL PONTE.. non che il ponte non sia una cosa utile ma che senso ha spendere miliardi su miliardi un ponte che colleghi Reggio Calabria e Messina quando, e lo dico per esperienza, per arrivare a Reggio da Taranto devi affrontare almeno 8 ore di viaggio sulla strada delle morte, la ss 106? E così parlando siamo arrivati a Novara dove ho salutato i miei compagni di sventura ma, ripensandoci, mi faccio delle domande. Innanzitutto mi chiedo in che democrazia viviamo se gente come i pendolari e,più in generale, i molti italiani che usano i trasporti pubblici devono subire le angherie di un sistema che non funziona senza potere fare sentire la loro voce? Perché se i treni sono sporchi e in ritardo io non posso far sentire la mia voce e soprattutto prendermela con qualcuno, fare assumere le responsabilità a qualcuno? Perché solo ragionando con il buon senso la maggioranza degli italiani individua delle priorità nella lista delle cose da fare per ricostruire questo paese mentre i politici e i manager italiani sono lontani anni luce dalle nostre esigenze? E Soprattutto perché di fronte a un sistema di trasporti da paese del terzo mondo e a tante altre cose, nessuno si scandalizza.. o meglio SI INCAZZA profondamente ma siamo tutti rassegnati al fatto che in Italia le cose non cambieranno mai?

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